Il mutuo e l'affitto

in Olio di Balena7 months ago

Seguendo dei blogger finanziari, salta fuori saltuariamente la questione della casa e del mutuo. Come mettere a bilancio quel danaro e il valore corrispettivo, genera non poche discussioni. E direi anche più di qualche storpiatura intellettuale.

Certamente se stiamo comprando una casa, essendo appunto l’acquisto un costo per definizione, pare logico che vada inquadrata in quel conto. Ma poi la casa ha un suo valore, variabile nel tempo e non necessariamente profittevole.

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Ad esempio, se succede qualcosa tipo un terremoto o una inondazione, anche se il mercato immobiliare fosse in bull run, rischiate di ritrovarvi un valore notevolmente minore a quello affrontato con la banca

Ma questi sono esempi che prevedono situazioni limite, senza cercare cose improbabili anche lo stesso mercato immobiliare ci ha messo del suo. Chi ha comprato immobili fino alla crisi dei mutui subprime ha dovuto sborsare un valore che in realtà non si mai più visto ad oggi. Gli stessi tassi di riferimento cambiano non poco la questione, dato che il mutuo incide in modo rilevante su un termine temporale ampio.

Se dovessimo inquadrare la situazione meramente dal punto di vista della gestione finanziaria, come poi molti fanno, si arriva all’assunto che è meglio non comprare immobili, ma andare in affitto e gestire il denaro “risparmiato” per farlo fruttare.

Al netto che bisogna avere la strategia funzionale, e visto che il mercato è ciclico le strategie funzionano fino ad un certo punto, mi pare che il ragionamento di base sia un po’ posticcio. Visto che una casa la dovete avere, e non è vostra, si deve pagare l’affitto. Un costo puro, il cui unico vantaggio teorico è quello del disastro imponderabile, cioè se la casa è seriamente danneggiata non avete (più o meno) una perdita economica.

Con il mutuo invece, tolti gli interessi della banca, si tratta di uno “store of value” cioè un allocamento del valore, che va ad ammortizzare il costo puro sin da subito. Ad un certo punto il mutuo termina e il costo puro si limita all’amministrazione e cura dell’immobile. Costi che per altro sono presenti anche nell’affitto, sebbene più o meno nascosti.

Come si vede un immobile dal punto di vista prettamente finanziario non è un buon investimento, anzi è un costo. Ma la questione però va guardata in prospettiva. La casa ha un orizzonte medio, lungo o lunghissimo termine. Quindi definire il valore tra 40 o 50 anni è totalmente improbabile, la sola inflazione renderebbe la stima priva di qualsiasi valenza statistica. Tuttavia nell’equazione il mutuo è certo nella sua struttura e quindi ad un certo punto si esaurisce. Mentre nell’affitto è altamente probabile che ci siano aumenti o che l’affittuario non vi rinnovi il contratto, costringendovi a costi del tutto imprevisti.

Oltre a questo ci sono chiaramente tutta una serie di questioni diverse, ad esempio un tipo di lavoro che ti costringe a cambiare città o altre esigenze per cui la teoria finanziaria, anche se formalmente corretta, non lo è sul piano pratico.

Non di meno, se facciamo i classici conteggi per cassa, si può vedere come un mutuo e un affitto si ritrovino ad avere spesso valori simili o vicini per entità. Anzi spesso chi affitta ha a sua volta il mutuo che di fatto viene coperto dall’affittuario, che sostanzialmente gli paga le rate.

Quindi, secondo voi conviene l’affitto o il mutuo?

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Non tieni neanche conto, tu come praticamente tutta la massa, che un edificio in cemento armato, su cui paghi magari un mutuo trentennale per l'acquisto NON è eterno, come la moltitudine pensa.

Il cemento armato ha una durabilità di 50 anni, massimo 70 anni nei casi migliori. Ma nella gran parte anche meno, visto che seri controlli nei cantieri non si fanno.

Quindi oltre quelle età spesso costa meno demolire e ricostruire che ristrutturare per mantenere a norma. A quel punto si può scegliere solo se mantenere l'immobile a norma di sicurezza o no.

E' un fattore con cui si dovrà tener conto fra poco ed ho il timore che molte nuove normative, di cui accenna @vittoriozuccala (di cui condivido in pieno il commento), non siano proprio casuali, ma vadano a costituire un alibi (e temo ne arriveranno presto altre).

Poi sentir dire che quando piove, per quanto intensamente, i crolli son dovuti alla pioggia, mi fa cadere le braccia, dopo gli studi ingegneristici fatti.

!PGM

Se fosse come dici tu tre quarti dell'italia sarebbe scomparso decenni fa. Solo nel centro del mio paese le case sono tutte dell'era napoleonica, letteralmente visto che ci è passato proprio lui di persona.

Non è come dico io, è come dice qualsiasi ingegnere. Puoi fare anche un semplice verifica online.

All'epoca napoleonica non si costruiva in cemento armato. Quindi quel problema non sussiste.

Però dai, molto meglio dare la colpa alla pioggia.

Concordo in pieno.
La normativa green che sta sempre più ammorbando questo paese sembra essere scritta da chi ha intenzione di mettere i privati proprietari di casa sul lastrico o far crollare i prezzi delle case.
Però ormai "Green" è la attuale buzzword.
Fino alla prossima...

!discovery 20